Che tu sia un imprenditore con decine di dipendenti o un libero professionista, un commerciante, un commerciale ecc…
Insomma, come mi piace dire sempre, uno che si guadagna da vivere solo se è in grado di creare valore per i suoi clienti e non per scaldare la sedia avvalendosi della “fissità di posto” (cit), sai che il web può fare davvero molto per far crescere il numero dei tuoi clienti ed il fatturato della tua azienda.
È assurdo oggi pensare di sviluppare un business senza avvalersi degli strumenti e le potenzialità che internet offre alle imprese. Anzi, è il caso di dire che, non usare internet nel business potrebbe costituire un vero e proprio handicap.
Fortunatamente (o sfortunatamente), in Italia, sono davvero poche le imprese che usano a dovere l’online, per cui emergere è ancora possibile, ed il gioco si farà sempre più duro con il passare del tempo, fino a far diventare il web marketing non più una novità, ma la normalità.
Bando alle ciance, oggi voglio parlarti di 7 errori che devi assolutamente evitare, se davvero vuoi far crescere la tua azienda sfruttando il vero potenziale della rete.
Eccoli qui:
- Errore #1: usare male i social network
- Errore #2: non investire sul proprio sito web
- Errore #3: non costruire una lista email
- Errore #4: non investire in pubblicità online
- Errore #5: mettere le uova in un solo paniere (traffico)
- Errore #6: non comunicare in prima persona
- Errore #7: pensare che sia facile o troppo difficile
Errore #1: usare male i social network
I social network oramai fanno parte della nostra quotidianità, sia nella vita privata che nel business. Sono molte le aziende che hanno aperto una pagina su un social network, con lo scopo di comunicare e vendere i propri prodotti.
Il guaio è che la maggior parte delle aziende sui social (soprattutto su Facebook), tenta di usare queste piattaforme come se fossero piazze in cui fare volantinaggio, per lo più, pretendendo di ottenere risultati senza neanche investire 1 € in ads.
Come spiego nell’articolo “ i 5 errori di marketing su Facebook”, approcciarsi ad un social network senza avere un piano in mente, equivale ad andare a tentativi, senza conoscere le strategie e senza alcuna esperienza. Il fallimento è pressoché certo e, la frase: “Facebook non funziona”, è l’epilogo per molti imprenditori che tentano di cavalcare il social blu da 30 milioni e rotti di iscritti in Italia.
Prima di tutto bisogna mettersi in testa che i social network non sono una bacheca dove postare pubblicità a casaccio, o meglio, così facendo i risultati non arrivano, anzi, rischi solo di danneggiare la tua immagine. Bisogna mettersi in testa che se si vuole guadagnare l’attenzione del cliente potenziale bisogna rendersi utili, creando contenuti che li attirino e li fidelizzino.
L’acquisto è la naturale conseguenza di un lavoro fatto bene.
Per semplificare:
- Creo contenuti utili al mio target
- Converto una parte dei “fan” in qualcosa di più (iscritti alla newsletter ad esempio)
- Converto i “qualcosa di più” in clienti paganti
Ho semplificato molto, ma pretendere di saltare subito al “punto 3” produce delle cocenti delusioni: non funziona!
Non ti sogneresti mai di chiedere la mano di una ragazza al primo appuntamento, la strada è un po’ più lunga di così: c’è prima la fase di corteggiamento, la relazione ed infine la fatidica richiesta.
Ecco, pensa al tuo rapporto con i fan proprio come ad una relazione con lieto fine, lieto fine che però si verifica solo se c’è un prima.
Detto questo, sarebbe un vero peccato impegnarsi tanto nel creare contenuti utili se poi questi non venissero visti da chi potrebbe beneficiarne.
Motivo per cui, se vuoi capitalizzare al massimo gli sforzi fatti per la creazione dei contenuti sui social, devi impegnarti per divulgarli al massimo, prevedendo anche un budget per spingere quei contenuti via ads.
Errore #2: non investire sul proprio sito web
L’obiettivo finale delle varie azioni di web marketing deve essere quello di portare le persone sul sito per acquistare i tuoi prodotti o servizi. Se non vendi direttamente online, devi comunque fare in modo che le persone ti contattino, ad esempio attraverso il classico modulo di contatto sul sito.
Ma ha senso affannarsi a generare traffico sul proprio sito web, ad esempio creando e sponsorizzando contenuti sui social network, per poi portare le persone su un sito inefficace, dove probabilmente si è andati in economia?
Fare marketing online, vuol dire prendersi cura dell’intero processo e non di una singola parte. Generare traffico di potenziali clienti per il tuo sito web non basta a trasformare quelle visite in clienti paganti o in contatti per la tua rete vendita. Quello è solo il primo passo.
Considera il tuo sito web come la parte finale di una freccia: se la punta è “spuntata”, anche un ottimo arco non andrà a segno.
Realizzare un sito web efficace è una cosa seria. I siti web che ottengono risultati sono quelli su cui vengono fatti investimenti significativi. Per cui se hai preso sottogamba fino ad oggi questo aspetto, e quindi non stai ottenendo risultati, inizia ad occupartene seriamente.
Se desideri maggiori approfondimenti sul tema, leggi questo articolo: 11 Errori letali per il sito della tua azienda
In aiuto del sito web, c’è un altro elemento fondamentale per aumentare la tua efficacia online, soprattutto quando si parla di costruire una lista di contatti e di vendere: le landing pages.
Le landing pages sono pagine specifiche, realizzate per obiettivi precisi, come:
Le landing pages sono pagine web, come lo sono le pagine che formano un sito web, ma la differenza fra una normale pagina web ed una landing page è enorme: essendo una pagina molto focalizzata su uno specifico obiettivo, è in grado di convertire un maggior numero di persone in iscritti o clienti paganti (conversioni). Per cui se non stai usando le landing pages per le tue campagne di web marketing, è ora di iniziare.
Errore #3: Non costruire una lista email
Come spiego nell’articolo “I 3 fondamentali per trovare nuovi clienti con l’email marketing”, ogni dollaro investito in email marketing ne genera 40, parliamo di un ritorno sull’investimento del 4.000%. L’email marketing è senza alcun dubbio il pilastro portante del web marketing. Facci caso, qual è la prima cosa che ti chiedono online quando ti invitano ad iscriverti per un servizio, un webinar o altro tipo di contenuto?
L’email.
Qualsiasi servizio online, gratuito o a pagamento, ruota attorno all’email.
L’email ti dà la possibilità di restare in contatto con i tuoi potenziali clienti in modo veloce, estremamente economico ed interattivo.
Ad esempio, quando crei un contenuto particolarmente interessante sulla tua pagina Facebook, piuttosto che sul tuo Blog o un video su Youtube, inviando una email a tutti i tuoi iscritti otterrai istantaneamente lettori che consumeranno il tuo articolo, video o post.
Altra caratteristica interessante dell’email è l’automazione. L’email è uno strumento automatizzabile – come spiego in “la forza dell’email marketing automation” – che, una volta impostato, continua a funzionare senza che tu muova più un dito, generando per te business.
Per cui, ricapitolando, l’email è un potente strumento di marketing che genera ROI impressionanti, è economico, veloce ed è anche automatizzabile.
Ma non puoi fare email marketing se prima non hai costruito una lista. Per avere il privilegio di comunicare attraverso il canale email con i tuoi clienti – o potenziali tali – devi fare in modo che ti diano la loro email. Il modo migliore per spingere le persone a darti la loro email è offrire in cambio un contenuto utile (ti spiego come qui>>)
Sono ancora molti i proprietari di siti che, una volta messo il link “Newsletter” sul proprio sito, pensano di aver fatto quanto basta per costruire una lista email.
Il guaio è che l’approccio che le imprese hanno sui social network – pensare solo a vendere senza generare valore – si riversa in tutto ciò che fanno online. Per cui il pensare di creare un contenuto da rilasciare gratuitamente a chi si iscrive alla propria newsletter è fantascienza e quasi nessuno lo fa. Risultato: non si può fare email marketing e addio ROI del 4.000%.
E pur avendo una lista email, bisogna comunque impegnarsi nel creare messaggi interessanti per il proprio target, che non li annoino, che continuino ad essere aperti e che li spingano nel tempo ad acquistare da te, in modo ricorrente.
Ma è uno sforzo che – a quanto pare – vale la pena compiere. Pensaci, più hai una lista numerosa, meno hai bisogno di acquistare pubblicità per promuovere i tuoi contenuti ed i tuoi prodotti.
Se vuoi saperne di più su Facebook, Email Marketing e Landing pages, iscriviti a questo seminario gratuito.
Errore #4: Non investire in pubblicità online
Creare contenuti sui social, scrivere articoli sul proprio blog, aggiornare il proprio sito web e catalogo prodotti, sono attività inutili se, ciò che produci, non viene visto da nessuno. Oltre ad occuparti della produzione (contenuto), devi occuparti anche del suo consumo (lettura). Se nessuno legge o vede ciò che dici, nessuno compra ciò che vendi.
Per questo l’advertising online è necessario per diffondere – e amplificare – ciò che fai di buono. Le due principali piattaforme di advertising sono Google Ads ex-AdWords (qui trovi una puntata del podcast su Google Ads) e Facebook Ads.
Google Ads è formidabile quando si tratta di intercettare persone che cercano – su Google – parole chiave (keywords) legate al tuo prodotto, mentre Facebook Ads è più indicato quando vuoi mostrare ad un target il tuo messaggio, anche se non ti sta cercando. Facebook Ads inoltre è necessario se vuoi far crescere la tua Pagina Facebook aziendale.
Uno dei principali benefici del pay per click, a differenza di forme pubblicitarie offline, è che ti permette di misurare in modo molto preciso il ritorno sull’investimento. In pratica hai il controllo della situazione, capendo in un colpo d’occhio se la pubblicità che stai facendo genera profitti o solo costi.
Ma puoi andare ancora più in profondità, scoprendo qual è l’annuncio che genera risultati migliori e di conseguenza quello che va peggio, permettendoti quindi di puntare solo sui cavalli vincenti, ottimizzando e risparmiando denaro: un processo virtuoso che tende a migliorare la tua efficacia pubblicitaria, anche se, i costi tendono a salire. E’ fisiologico: più aziende investono in pay per click, più aumenta la competizione, più si alzano i costi.
Errore #5: Mettere le uova in un solo paniere (traffico)
Mettere le uova in un solo paniere è un errore in molti ambiti del business e della vita in generale, ma davvero critico per chi ha un business. Un esempio di mettere le uova in un solo paniere è avere un solo cliente che genera buona parte del tuo fatturato.
Se ad esempio un cliente genera il 50% del tuo fatturato, quando se ne andrà, dovrai licenziare la metà dei tuoi dipendenti. Stesso discorso vale per il web. Se ad oggi ricevi la maggior parte di traffico da un solo canale (come potrebbe essere Google o Facebook), il giorno che le “cose gireranno male”, ti troverai con un brusco calo di traffico e di conseguenza di contatti e vendite.
Tradotto, riduzione drastica del fatturato.
La cosa è ancora peggiore quando si tratta di un canale “non proprietario”, su cui quindi non hai un controllo. Ad esempio: Facebook può cambiare l’algoritmo (succede in continuazione), così come anche Google. Sono cose su cui non hai controllo e, se Google decide che dalla prima pagina finisci nella decima, “t’attacchi e tiri forte”.
Potrei andare avanti con altri esempi ma hai capito il senso. Sfrutta tutte le fonti di traffico che puoi e finché puoi, ma non fossilizzarti solo su una, è molto rischioso. Il web è in continua evoluzione, per cui devi tenerne conto.
E, soprattutto, investi maggiormente su media proprietari, su cui hai il controllo, come la tua newsletter, sito web e blog.
Errore #6: Non comunicare in prima persona
Se oggi vuoi emergere, non puoi permetterti il lusso di non comunicare. Non puoi relegare tutta la tua comunicazione alla pubblicità.
La pubblicità ha sempre meno presa sulle persone. Il motivo è semplice: siamo bombardati in continuazione da messaggi pubblicitari in ogni dove. Pensa solo a quanti dispositivi utilizziamo oggi: smartphone, computer, tablet, notebook, smart tv.
Aggiungiamoci poi cartelloni stradali, cartelloni elettronici, uomini sandwich e tutto ciò su cui è possibile mettere una pubblicità.
Partiamo dal presupposto che siamo sempre più diffidenti e crediamo ben poco alla pubblicità. A questo aggiungiamoci che siamo letteralmente bombardati in continuazione, per cui diventa davvero difficile catturare l’attenzione delle persone e fare in modo che si ricordino di noi.
Ancora più difficile se a parlare è un LOGO anziché una persona. Alle persone piace parlare con le persone non con le aziende. Perché è più semplice farsi ascoltare se si parla in prima persona, questo crea il tuo personal branding.
Quando Apple presentava i suoi nuovi prodotti, non c’era un attore, un presentatore o un logo a farlo per loro, c’era Steve Jobs.
Un personal branding forte può dare poi una spinta a tutte le aziende, prodotti che andrai a creare. Cosa necessaria poi se sei un libero professionista o un cosiddetto “one man company”.
Diventa necessario per cui, creare contenuti che non siano pubblicitari, o almeno, non lo siano direttamente, perché in realtà, già guadagnare l’attenzione di qualcuno che ascolta quello che dici equivale a farsi pubblicità.
La merce rara oggi è l’attenzione delle persone, sempre più difficile da catturare.
Farsi ascoltare genera consapevolezza, genera fiducia e predispone positivamente le persone quando cerchi di vendergli qualcosa.
I canali a disposizione per comunicare sono molti. Puoi farlo su una pagina Facebook, puoi farlo attraverso un canale Youtube (qui il canale Youtube MarketingSemplice), puoi farlo attraverso il tuo blog, la tua newsletter ecc… Ma fallo!
Se apri bocca solo per vendere qualcosa, vieni percepito alla stregua dei venditori di pentole in tv. Le persone devono essere portate ad ascoltarti perché gli risolvi un problema, gli dai una spiegazione, gli insegni qualcosa e, magari, perché è interessante in ogni caso ciò che dici e come lo dici (proprio come sto cercando di fare io con questo articolo…)
Errore #7: Pensare che sia facile o troppo difficile
“Pensare che sia difficile fare marketing per la propria impresa” è la scusa che trova chi non vuole farlo perché è pigro, perché ha sempre fatto così o perché non ne ha voglia o perché non vuole cambiare.
Vale lo stesso per chi dice di non avere il tempo per il marketing, a cui ho dedicato una puntata del Podcast Marketing Semplice con Andrea Giuliodori, esperto di time management: come trovare tempo per il marketing.
Ma al mercato questo non interessa.
Fare marketing è una necessità, per ogni azienda, anche la più piccola. Oggi, grazie al web tutti possiamo fare marketing, anche gratis.
Ovviamente le cose non accadono da sole ed i risultati non si ottengono schiacciando un bottone. In alcuni casi avrai bisogno di delegare a dei professionisti, in altri casi dovrai formarti, studiare e fare delle cose in prima persona (tu o chi per te in azienda).
Ma, in ogni caso, dovrai fare uno sforzo che magari prima non hai mai fatto, facendo entrare il marketing nelle normali attività dell’azienda.
Pensare che sia facile ti porta a commettere molti errori di valutazione, come ad esempio scegliere il “primo che capita tanto sono tutti uguali” per realizzare il tuo sito web o per fare una campagna di web marketing.
Pensare che sia facile ti porta ad approcciarti ad attività di marketing senza formarti, senza studiare prima fare (commettendo inevitabilmente errori).
Non si tratta di facile o difficile, si tratta di fare o non fare e, non fare nulla o fare molto poco, è sicuramente la strategia per non ottenere nulla oppure ottenere molto poco!
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(Ti ricorderò nelle mie preghiere ogni sera… :D)
Ora tocca a te…
C’è un errore o una strategia di marketing online che manca nell’articolo? Scrivila nei commenti!
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